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Un colto e vivace difensore delle tradizioni enogastronomiche nazionali

Sono trascorsi circa dieci anni dalla scomparsa di Luigi Veronelli (era morto infatti nel novembre del 2004), un vero maestro del buon gusto e della buona tavola.
Anticonformista, eclettico, vivace e brillante giornalista e scrittore, Luigi Veronelli fu un maestro dell’enogastronomia italiana, che seppe dare la giusta dignità e il giusto riconoscimento ai vini, ai cibi e all’agricoltura nazionali. Citare Veronelli vuol dire citare uno dei maggiori esperti e cultori dell’arte del bere e di quella gastronomica, e mutuare quel linguaggio tecnico che ha fatto di lui il critico enogastronomico per eccellenza. Se oggi i vini, la cucina e i “giacimenti gastronomici” (come li chiamava lui) stanno avendo il successo che si meritano, dopo tante battaglie, bisogna riconoscere che gran parte è opera sua.Infatti Veronelli ha speso le migliori energie a scoprire i vini e i cibi italiani, dal nord al sud alle isole, e ad imporli all’attenzione dell’opinione pubblica, soffermandosi da par suo non solo sui piatti più rinomati ed eseguiti con diverse varianti culinarie ma anche su quei piatti cosiddettipoveri”, tipici della civiltà contadina. Per cui oggi che siamo stufi di andare dietro a piatti troppo sofisticati, facciamo tesoro dei suoi consigli e delle sue intuizioni, dando il giusto rilievo a piatti realizzati in base ad antiche ricette e all’uso di ingredienti semplici e genuini. In questo Luigi Veronellisapeva difenderecon forza le sue ideee non mancava di polemizzare con altrettanto illustri antagonisti : si pensi ad es. alla polemica con lo chef Vissani, reo a suo diredi non usare l’olio extravergine di oliva nel fritto. Per quanto riguarda i vini, è stato tra i primi a difendere la specificità e diversità dei vitigni, recuperando quelli più negletti e messi in disparte, affermando il principio della resa per ettaro non in base alla quantità ma alla qualità, principio oggi universalmente (o quasi) accettato, ma un tempo non del tutto condiviso ed applicato.

Non è facile ripercorrere, anche soltanto nelle tappe salienti, la parabola terrena di Luigi Veronelli (1926-2004), tanto ricca è stata di eventi, incontri, ricerche, polemiche, pubblicazioni. Forse non tutti sanno che Veronelli è stato un filosofo prestato all’enogastronomia, o meglio un filosofo che dell’enogastronomia ha fatto Il campo privilegiato di vita e di studio, nel quale ha speso le migliori energie e raggiunto i più significativi traguardi.Fu assistente presso l’Università Statale di Milano di Giovanni Emanuele Barié ( allievo di Piero Martinetti), docente di filosofia teoretica, prima di lasciare l’insegnamento e di fare una scelta culturale ‘controcorrente’. Quel che conta comunque sottolineare in questa sede è la larghezza di interessi e di rapporti che Veronelli riuscì a tessere nella società contemporanea. Collaboratore di Lelio Basso, Veronelli è stato amico di Luigi Carnacina, maitre celeberrimo, con il quale ha scritto grandi testi (La grande cucina, Mangiare e bere all'italiana, La cucina rustica regionale), di Gianni Brera (con cui è stato autore di La pacciada), di Mario Soldati che di lui scrisse: "se Brera è il Gadda dello sport, Veronelli è il Gadda dell'enogastronomia". Ma anche amico di Giangiacono Feltrinelli e dell'architetto design Silvio Coppola. Tanto battagliero da essere condannato anche a sei mesi di carcere per istigazione alla rivolta dei vignaioli piemontesi per protesta contro i grandi monopoli. E a tre mesi per aver pubblicato un libro di De Sade.
Negli anni Sessanta e Settanta è stato autore di trasmissioni televisive sulla cultura dei vini e dei cibi. A 78 anni aveva nel cassetto un romanzo giallo e una miniera di idee per difendere la qualità, come le battaglie condotte con il sostegno dell'Anci a favore delle Denominazioni Comunali dei giacimenti gastronomici e dell'olio d'oliva.
Ma di lui non possiamo ignorare l’attività di ricerca e di approfondimento nel campo enogastronomico che lo porta alla pubblicazione di alcune opere fondamentali, anche di carattere divulgativo. Da segnalare: I Vignaioli Storici, Cataloghi dei Vini d'Italia, dei Vini del Mondo, degli Spumanti e degli Champagne, delle Acqueviti e degli Oli extra-vergine, Alla ricerca dei cibi perduti, Il vino giusto, e la collana Guide Veronelli all'Italia piacevole.
Nel 1989 fonda la seconda Veronelli Editore "col puntuale obiettivo di approfondire la classificazione dell'immenso patrimonio gastronomico nazionale e contribuire ad accrescere la conoscenza delle attrattive turistiche del paese più bello del mondo". La casa editrice ha cessato l'attività a fine 2010.
L'intenso rapporto epistolare con Pablo Echaurren, pittore, fumettista e scrittore di rango, rintracciabile sulle pagine di Carta, costituisce un forte stimolo di riflessione sulle questioni legate alla Terra e alla qualità della vita materiale per il movimento contro la globalizzazione. Negli ultimi anni vita insieme ad alcuni centri sociali, tra cui La Chimica di Verona e il Leoncavallo di Milano, al movimento Terra e libertà /Critical wine. Sempre di questi anni le battaglie per le Denominazioni Comunali (De.Co.), una salvaguardia dell'origine di un prodotto; per il prezzo-sorgente, cioè l'identificazione del prezzo di un prodotto alimentare all'origine, per rendere evidenti eccessivi ricarichi nei passaggi dal produttore al consumatore; per l'olio extra vergine d'oliva, contro le prepotenze e il monopolio delle multinazionali e le ingiustizie della legislazione per i piccoli ollivicoltori.
La figura poliedrica e non priva di fascino di Luigi Veronelli è stata approfondita in un recente saggio (che ci piace segnalare) a cura di G. Arturo Rota e Stefi Nichi, Luigi Veronelli. La vita è troppo corta per bere vini cattivi, Giunti Editore, Firenze 2012.